Taormina. “Palazzo Corvaja di Taormina, lavori avviati il 2 maggio 2022”: ad annunciarlo il sindaco di Taormina, Mario Bolognari.
Il paramento murario si presenta non sempre compatto, lesionato in alcuni punti (come ad esempio nel corridoio di collegamento tra i corpi B e C) e nelle parti terminali del paramento murario.
L’intervento sulle coperture prevede la revisione del manto di tegole con possibile reintegro e/o sostituzione dell’apparato strutturale costituito di travi, arcarecci e correntini, tavolato. In aggiunta, al fine di preservare i controsoffitti lignei, evitare le infiltrazioni e garantire un certo comfort termo-igrometrico degli ambienti, si procederà alla posa in opera di un pannello coibentato tipo Isotec. Il pannello, strutturato proprio per interventi di bonifica e di recupero di tetti in edifici antichi, è leggero, manovrabile e lavorabile in quota, posato correttamente, fa sì che il tetto diventi un’autentica risorsa di comfort abitativo e di risparmio energetico per tutto l’edificio.
Nel caso in questione sarà utilizzato un pannello da cm. 6 di spessore, adatto per zone climatiche “B”, atto a garantire una trasmittenza termica pari a 0,31 W/m2K.
Infine si provvederà alla sistemazione di tutto l’apparato di scarico costituito da canalette di gronda poste all’interno della muratura merlata terminale, pluviali, bocchelli ad incastri per raccordo e collari. Il materiale elettivo sarà il rame sia per la sua resistenza nel tempo agli agenti atmosferici, che per la sua lavorabilità e duttilità, tale da facilitare nuove installazioni e/o riparazioni nel tempo. I pluviali avranno un diametro pari a 100 mm.
Laddove non ci sono pluviali, saranno ripristinate le bocchette di scarico a sbalzo, che comunque rimangono un sistema valido per ottenere in maniera ottimale la continuità fra le zone impermeabilizzate e gli scarichi di evacuazione della gronda a scomparsa.
Si procederà alla rimozione dell’esistente e alla messa in opera del sistema “tetto rovescio” al fine di preservare i controsoffitti lignei, evitare le infiltrazioni e garantire un certo comfort termo-igrometrico degli ambienti. La stratigrafia, in ordine che va dallo strato superiore a contatto con l’aria, allo strato inferiore a contatto con il solaio, comprende sei strati di materiali diversi:
I solai lignei verranno restaurati e consolidati allorquando presentassero parti fatiscenti fortemente degradate.
In particolare, il solaio del primo piano dentro la torre Araba, necessita di un intervento di consolidamento nella parte soprastante all’estradosso, mediante rimozione del pavimento, svuotamento della cappa di malta e pulizia, successiva applicazione di rete preformata in fibra di vetro (G.FRP) maglia 66×66 mm, adatta per il rinforzo strutturale di solai e per la messa in sicurezza dallo sfondellamento. Sarà utilizzata questa tipologia al posto della rete elettrosaldata metallica in quanto essa è coerente con i principi del restauro. Proprio nel consolidamento strutturale, infatti, emergono molti dei vantaggi rispetto alle tecniche più tradizionali. In primo luogo l’elevata resistenza a trazione in relazione a spessore e peso specifico; ciò consente di effettuare operazioni con spessori molto contenuti e quindi di garantire variazioni minime rispetto alle dimensioni originarie degli elementi oggetto di intervento. Inoltre, a parità di aumento delle resistenze apportate, sono molto più leggeri rispetto agli interventi tradizionali senza incrementare in maniera significativa i carichi di progetto. Ma non solo, in caso di interventi sul patrimonio storico vincolato, la rete fornisce delle ottime caratteristiche di reversibilità. Ciò significa che è possibile riportare il manufatto alle medesime condizioni in cui si trovava prima dell’intervento, con relativa facilità. Infine viene anche a garantirsi un certo comfort ambientale, infatti la rete non conduce correnti elettriche, né genera correnti magnetiche.
Il paramento murario verrà ripulito dagli attacchi delle muffe e dei licheni tramite cicli di trattamento biocida, mentre verranno semplicemente picchettate quelle porzioni di malta deoesa e incoerente prossima al distacco del paramento murario lasciato a vista. Tali parti componenti il paramento, dopo la pulitura con acqua deionizzata a bassa pressione, verranno dapprima consolidate (reintegrate o sostituite) con collocazione di idonea pezzatura in pietrame e laterizio. Laddove le parti si presentano dissestate e parzialmente crollate, si avrà cura di smontare le porzioni pericolanti, ricostruirli con materiali simili ai preesistenti e messi in opera con malta di calce e sabbia compresa ove necessario la rincocciatura delle superfici.
Infine sarà cura di effettuare un trattamento conservativo per i paramenti in pietra attraverso il consolidamento dei conci delle porzioni ammalorate.
Il prodotto usato sarà un consolidante a base di esteri etilici dell’acido silicico, in grado di penetrare all’interno del nucleo sano della pietra e consolidarla nel termine di 25 gg., ad altissima penetrazione, onde evitare la formazione di barriere al vapore acqueo e viraggi cromatici. Altra caratteristica essenziale del prodotto sarà il basso tenore di umidità residua contenuta nel supporto lapideo, che rende possibile una lenta reazione d’idrolizzazione, regolata da un apposito catalizzatore che consentirà poi la formazione di silice idrata, mentre il veicolo solvente inerte evaporerà.
Sul supporto, quindi si formerà un gel di silice dotato di alta elasticità che consoliderà il materiale senza ostruzione di pori.
L’applicazione a pennello permetterà l’imbibizione del manufatto lapideo sino a rifiuto ed favorirà un approccio più diretto con lo stesso, valutando in opera, le concentrazioni di prodotto nelle zone più o meno estese di degrado.
Il paramento murario ad intonaco si presenta non sempre compatto, lesionato e microfessurato in molti punti, rigonfio e prossimo al distacco. Col progetto verrà rimosso l’intonaco ammalorato fino al rinvenimento della struttura muraria e si intonacherà nuovamente avendo cura di realizzare il disegno di fondo originale. Vista la notevole presenza di umidità, sarà utilizzato un Bio-intonaco di cocciopesto, o coccio pesto, costituito da una base di calce idraulica naturale NHL 3,5 alla quale viene aggiunta polvere di laterizio.
La polvere di laterizio conferisce all’impasto ottime proprietà idrauliche formando un intonaco resistente all’umidità e traspirabile.
Cordoli e porzioni in c.a.:
Per quanto riguarda l’intervento in copertura nella parte realizzata negli anni Cinquanta, è stato possibile prevedere al risanamento delle parti in c.a., laddove il ferro risulta ossidato tale da generare lesioni e distacchi per espulsione del copriferro, in modo da continuare a garantire il collegamento tra i setti murari e rendere più efficiente la distribuzione delle forze sia verticali che orizzontali. Come fase preliminare si procederà alla pulizia meccanica dei ferri di armatura precedentemente riportati a vista, i quali saranno trattati dopo idonea spazzolatura, mediante Anticorrosivo, e malta bicomponente in grado di incapsulare completamente il ferro d’armatura, inibendo completamente ogni possibile formazione di ossidi ferrosi. Ad avvenuta maturazione si procede al ripristino delle parti di CLS rimosse attraverso la malta per ripristini strutturali caratterizzata da una elevata tissotripicità e da una elevata resistenza meccanica.
Protezione contro l’umidità di risalita:
In questo caso, si interverrà in modo strutturale, eliminando l’intonaco esistente, sostituendolo con intonaci ideati per “far respirare” il muro e con delle “barriere” tali da impedire all’umidità presente nel terreno di infiltrarsi ancora nelle murature, ricorrendo a iniezioni deumidificanti.
Tali opere riguarderanno le superfici intonacate interne, gli infissi esterni e le opere impiantistiche che consentiranno di completare l’edificio e renderlo adeguato al suo uso.
Per le pareti, in particolare, per quanto riguarda il trattamento antiumido, essi saranno risanate con l’impiego di una miscela di resine siliconiche, con aggiunta di silicati in soluzione ipotensiva, ad elevata capacità di penetrazione, mediante iniezioni fino a saturazione entro fori leggermente inclinati e praticati alla base delle murature ogni 10-12 cm e per una profondità paria a 3/4 dello spessore. A completamento sarà posto in opera uno strato di finitura con intonaco deumidificante macroporoso composta da malta ad altissima porosità e traspirabilità a base di pura calce idraulica naturale, aggreganti pozzolanici, sabbie carbonatiche e silicee, ovviamente prive di cemento.
La finitura sopra l’intonaco interno, sarà una tinteggiatura con pittura murale a base di resine naturali a dispersione, certificata ecobiocompatibile, lavabile, composta da acqua, pigmenti minerali, sostanze di riempimento, leganti vegetali.
Per gli infissi, si prevede sia il recupero che un adeguamento anche dal punto di vista prestazionale – al fine del contenimento energetico – applicando un vetrocamera e inserendo una guarnizione per la tenuta agli agenti atmosferici come vento e acqua, nonché alla sostituzione delle parti più delicate come gocciolatoi, coprigiunti. Al fine di riportare a nuova vita ai vecchi infissi ormai molto consunti e rovinati, si procede con la rimozione degli infissi dal telaio e con le seguenti lavorazioni:
Infine, saranno restaurati e consolidati inoltre, sia gli arredi lignei della Sala Sivieri che i controsoffitti particolarmente degradati, con trattamenti differenziati sia curativi, volti a bloccare un attacco in corso con l’eliminazione di tutti gli organismi infestanti presenti, sia preservanti, volti cioè a prevenire un ipotetico attacco futuro. Nel primo caso si utilizzeranno miscele di biocidi in grado di uccidere funghi ignivori e/o insetti xilofagi, mentre nel secondo caso con applicazioni a pennello, a spruzzo e a spazzola sarà messo uno strato protettivo.
Per quello che riguarda le opere impiantistiche, alla luce succitato quadro conoscitivo, delle indagini e delle verifiche effettuate, si è optato anche per una completa revisione/progettazione della dotazione impiantistica del Palazzo Corvaja, puntando al comfort ambientale e al benessere degli utenti.
Il miglioramento ed il rifacimento si rendono necessari a seguito degli interventi previsti in progetto e al fine di soddisfare le variate richieste delle utenze e di garantire il massimo risparmio energetico possibile.
Il comfort ambientale è strategico in un palazzo in cui la densità di frequentazione possa variare in modo marcato e in cui la destinazione d’uso dei luoghi sia flessibile.
Gli impianti tecnologici si sono pensati tali da rispondere a una certa flessibilità; la flessibilità impiantistica risponde a due esigenze: una spaziale, innescata dal cambio di conformazione degli ambienti e dall’uso diversificato delle varie sale espositive, cioè si devono accendere le luci, riscaldare, raffrescare, attivare la sicurezza e illuminare a volte solo una parte dell’edificio, a volte una stanza che raddoppia o dimezza le dimensioni in base alle pareti scorrevoli proposte durante una mostra.
Gli impianti pertanto sono stati impostati a matrice, con la possibilità di spegnerli e accenderli a tranche e regolarli separatamente.
L’impianto di distribuzione di cui è dotato lo stabile e con schema ad albero tale da non favorire l’insorgenza di campi magnetici, con quadri elettrici personalizzati per ambienti atti a consentire una gestione autonoma dell’impianto stesso.
Nella realizzazione del progetto inerente l’impianto elettrico, in osservanza alle disposizioni normative e di legge, è stata prestata particolare attenzione alla sicurezza delle persone, sia in relazione alla protezione contro i contatti diretti, sia alla protezione contro i contatti indiretti.
Di fatto, si procederà con la messa a norma dell’impianto elettrico asservito al tramite:
Impianto elettrico: corpi illuminanti. Il progetto delle luci parte dalla considerazione di tre elementi: la quantità di luce, la qualità della luce e la distribuzione dei corpi illuminanti.
La combinazione di questi tre elementi genera un variare delle condizioni di luce a seconda delle attività: la dimmerazione delle luci, la qualità della resa cromatica, il controllo delle temperatura colore della luce, la modulazione dell’effetto volumetrico delle ombre (una sorgente luminosa vasta tende a generare ombre diafane, una sorgente puntiforme ombre nette) sono stati componenti fondamentali del progetto dei corpi illuminanti della scuola e della qualità di uso.
Pertanto, con il fine di migliorare la salute e il comfort degli ambienti, si provvederà alla sostituzione dei corpi illuminanti collocati a soffitto e/o i sommità delle pareti, con altri utilizzanti tecnologia a Led, sicuramente meno energivori, più performanti e dalla durata nel tempo di gran lunga superiore a qualsiasi altro tipo di illuminazione presente all’interno dell’edificio pubblico; questi nuovi dispositivi saranno, ad alta efficienza e dotati di regolazione automatica dell’intensità luminosa in ragione degli usi specifici.
Allo stato attuale Palazzo Corvaia è dotato di un impianto di climatizzazione, che serve alcuni ambienti e che viene sfruttato principalmente per il raffrescamento degli stessi.
Quanto si intende realizzare in sostituzione dell’esistente è un impianto del tipo VRF il quale grazie alla sua versatilità e modularità rappresenterebbe la migliore soluzione per il contesto e per l’uso al quale l’immobile è destinato. Ovviamente l’esecuzione di tale impianto, in ragione del l’importanza storia e monumentale del plesso di che trattasi verra condotta cercando le migliori soluzione basso invasive per le murature e la struttura dello stesso in genere.
L’intervento previsto sarà quello di, appurata e verificata la bontà dell’esistente apparecchiature e dispositivi, eventualmente implementarla e completarla e completare in funzione della destinazione d’uso complessiva e dei singoli ambienti presenti all’interno del plesso.
quindi provvede se necessario all’istallazione di nuovi/ulteriori dispositivi di rilevazione e segnalazione, nonché di nuovi/ulteriori mezzi ed dispositivi di estinzione incendio.
Col progetto di che trattasi, ci si prefigge di iniziare un percorso verso la cultura dell’accessibilità, verso il turismo accessibile.
Date le molteplici epoche storiche evolutive, nel Palazzo Corvaja si riscontrano situazioni di mancata applicazione della normativa, per cui le barriere architettoniche permangono. Ai fini dell’adeguamento alla normativa è stata studiata la fruibilità del bene da parte del pubblico, andando sostanzialmente ad adottare misure che consentono “l’abbattimento delle barriere architettoniche” negli edifici destinati agli usi pubblici. A tal proposito ricordando che nella 13/89 e D.M. LL.PP. n. 236/1989, vengono menzionati tre livelli qualitativi in relazione alla capacità di assolvimento delle finalità della Legge: accessibilità, visitabilità ed adattabilità, per il Palazzo Corvaja di Taormina, si garantirà senz’altro il livello qualitativo più elevato e cioè l’accessibilità, in quanto la realizzazione di una rampa esterna di collegamento con pendenza dell’otto percento, ne consentirà la totale fruizione nell’immediato. Si provvederà, inoltre, all’adeguamento degli attuali wc. anche al fine dell’utilizzo da parte dei diversamente abili, attraverso la rimozione dei pezzi sanitari esistenti, delle mattonelle e delle obsolete tubature e la successiva ricollocazione a norma di legge. Provvedendo se è il caso anche allo spostamento delle tramezzature.
Associazione Culturale “A 360 Gradi” P.I.: 02975920832
Vai Taormina (Giornale on line) Direttore Saro Laganà Reg. Trib. Me n. 14/05
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