Itinerari in auto: da Udine a Sauris di Sopra, un mondo a parte di nome Carnia - Quattroruote.it

2022-08-08 09:09:11 By : Ms. Vicky Zhang

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Dopo Toscana, Lombardia e Lazio, per la nostra rubrica "Itinerari in auto" è giunto il momento di passare al Friuli-Venezia Giulia, con un viaggio tra ampie vallate e pittoreschi centri storici da Udine alla conca di Sauris: un altro suggerimento per pianificare una gita fuori porta adatta alla Fase 2. E senza dimenticare qualche tappa nei musei locali e in altri luoghi d'interesse, per i quali vi ricordiamo di controllare in anticipo gli orari d'apertura.  

È un angolo d'Italia un po' nascosto, la Carnia. Non ospita celebri stazioni sciistiche o località di villeggiatura alla moda. E, alla fine, a frequentarla sono soprattutto gli udinesi e i triestini. Chi si reca a visitare le città del Friuli-Venezia Giulia, però, almeno una giornata tra queste belle montagne dovrebbe riservarsela. Il suggerimento, così, è di raggiungere da Udine l'uscita Carnia-Tolmezzo dell'A23.

L'itinerario in auto da Udine a Sauris di Sopra

Seguendo il Tagliamento. La "capitale" della Carnia, Tolmezzo appunto, è contrassegnata da un gradevole centro storico d'impianto quattrocentesco, il cui fulcro è la porticata via Roma, e vanta un museo di una certa importanza, consacrato alle arti e alle tradizioni popolari, che copre un arco di tempo che va dal '300 all'800. A visita ultimata, s'imbocca verso nord la s.s. 52. Prima tappa: Zuglio, con il Museo archeologico, che conserva reperti della romana Iulium Carnicum, e la gotica (ma trasformata tra '400 e '500) pieve matrice di San Pietro in Carnia, che troneggia in posizione isolata sulla Valle del But. Più avanti, a Sutrio, si svolta a sinistra sulla s.s. 465 che, superata Ravascletto, conduce a Comeglians, nella Valle del Degano. E La parte più bella dell'itinerario, sotto il profilo paesaggistico, inizia qui. La s.r. 355 corre parallela al fiume, mentre la valle si fa sempre più ampia, assumendo un carattere quasi idilliaco: le pietraie si alternano ai prati e alle abetaie, sfiorando piccoli borghi in cui troneggiano edifici singolarmente imponenti, come l'ottocentesca Casa delle cento finestre, a Mione, frazione di Ovaro, con il suo tetto verde smeraldo. La strada termina a Villa Santina, nella Valle del Tagliamento, che si deve risalire verso ovest immettendosi per la seconda volta sulla s.s. 52. Si sfiora Socchieve, dominata dalla chiesa di San Martino, con il suo pregevole ciclo di affreschi di fine '400, poi la valle si restringe e la statale risale fino all'altopiano di Ampezzo, borgo caratterizzato da diverse case d'epoca con balcone di legno, oltre che dal Museo geologico della Carnia.

Si entra in un'altra dimensione. Ma ecco, subito dopo il centro abitato, una stradina che si stacca sulla destra. La s'imbocca e presto ci s'inoltra in una stretta gola, si superano varie gallerie, si ha quasi impressione di fare ingresso in un'altra dimensione, in un mondo a parte. E quando, all'improvviso, appare una macchia blu in mezzo al verde, un lago fiabesco, nonostante sia un invaso artificiale, si scopre che non si tratta solo di un'impressione. Perché si è arrivati davvero in un luogo che per secoli è stato pressoché isolato e che, proprio per questo, ha conservato intatte le tradizioni della sua comunità germanofona: la conca di Sauris. Un angolo di paradiso alpino completamente circondato dalle montagne e suddiviso in due centri abitati – Sauris di Sotto e Sauris di Sopra – punteggiati di splendide case di legno scuro, fulgidi esempi di architettura carnica. Non è un posto alla moda. E meno male.

La pieve matrice di San Pietro in Carnia si erge solitaria in mezzo ai boschi, a tre chilometri da Zuglio. Le sue forme attuali risalgono all'inizio del '300, ma le sue origini si perdono molto indietro nel tempo: forse è addirittura la più antica chiesa del Friuli. (foto Alessandra Del Gos)

Da vedere: i prati e i boschi del monte Pieltinis. La conca di Sauris, Zahre nell'antico dialetto germanofono di quest'area del Friuli, è circondata da fitti boschi ai quali fanno da corona le splendide cime delle Alpi Carniche, nonostante le quote non altissime (il monte più elevato è il Bivera, 2.474 metri). Si tratta del comune più alto della regione, con le sue tre frazioni – Sauris di Sotto, Sauris di Sopra e Lateis – collocate a quote comprese tra i 1.000 e 1.400 metri. Il territorio, specie sul versante settentrionale, verso la Val Pesarina, si presenta costellato di casere, molte ancora in funzione, che rappresentano mete privilegiate per facili camminate tra boschi e pascoli. L'escursione proposta si svolge in gran parte nei pressi della dorsale del Monte Pieltinis, affacciata sul grande Lago di Sauris. Del tutto priva di difficoltà e con un dislivello contenuto, ha però uno sviluppo considerevole, ma è il caso di tener conto che può anche essere abbreviata con la sola salita alla Sella Festons, magari con una veloce digressione ai sottostanti e omonimi laghi. Dal margine settentrionale del borgo di Sauris di Sopra si prende verso nord-ovest, poi nord, la stradina asfaltata, in seguito sterrata, con segnavia n. 204, che sale ripida in direzione della dorsale soprastante. Dopo un primo tratto nel bosco, si sbuca in un'ampia conca prativa sotto la Sella di Festons (1.860 metri) e, prima di raggiungerla, al bivio presso un tornante si prende a destra (est) il sentiero n. 206. Con modesti saliscendi lungo le praterie alpine appena sotto il crinale, si traversa tutta la dorsale con belle vedute sul lago e su Sauris di Sotto, si transita dalla Sella di Malins (1.860 m) e, dopo aver doppiato la dorsale meridionale del Monte Pieltinis (una breve deviazione vi sale sulla cima, 2.027 m), si giunge su una strada sterrata. Senza salire a sinistra alla Forcella Pieltinis, si prende a destra e in discesa si cala all'omonima casera (1.739 m), ancora attiva in estate, da dove si piega decisamente a sud, poi sud-est, e lungo il sentiero n. 218 si raggiunge la dorsale del Monte Rinder Perk. Si prosegue a sud-ovest e con lenta ma costante discesa si raggiunge lo Stavolo Pront (1.428 m), poco sopra Sauris di Sotto. Per rientrare a Sauris di Sopra, invece, si segue verso ovest una comoda carrareccia quasi pianeggiante che passa dallo Stavolo Hozach (1.447 m). Partenza e arrivo dell'escursione: Sauris di Sopra (1.394 metri). Dislivello: 700 metri. Durata: 5-6 ore. Difficoltà: E (escursionistico).

Tempo di percorrenza: 2 ore e 15 minuti (soste escluse)

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