Le lontanissime Isole Faroe costituiscono un arcipelago che si trova tra il Mare di Norvegia e l’Oceano Atlantico del Nord, tra la Norvegia, l’Islanda e la Scozia. A chi arriva sulle Isole, potrebbe sembrare di essere capitato sul set abbandonato di un film sugli hobbit, mentre in realtà le costruzioni pittoresche e lussureggianti sono antiche abitazioni.
Fotografia di Andreas Tille via Wikipedia:
Sulle Isole Faroe piove per 300 giorni l’anno, così i primi coloni introdussero l’uso dei tetti ricoperti da zolle erbose, poiché garantivano un’ottima protezione dalla pioggia e costituivano un buon isolamento termico.
In tutta la Scandinavia, molto probabilmente i tetti venivano coperti con corteccia di betulla e zolle erbose fin dalla preistoria, uso che fu mantenuto dai Vichinghi e perdurò durante tutto il Medio Evo. Le chiese e altri edifici con tetti molto spioventi venivano invece coperti con tavole, scandole di legno o piombo.
Sotto, fotografia di Erik Christensen via Wikipedia:
Fino al 18° secolo la quasi totalità delle case rurali aveva questo tipo di copertura, mentre nelle città facevano la loro comparsa i tetti di tegole, che a poco a poco sostituirono i tradizionali “tetti verdi” nel corso del 19° secolo, tranne che nelle remote zone interne. I tetti di lamiera ondulata o di altri materiali di produzione industriale hanno portato alla quasi totale scomparsa della tradizionale copertura con zolle erbose, ma prima che questa tecnica fosse totalmente abbandonata, si è venuto a creare un movimento che ha cercato di far rinascere le antiche usanze.
Fotografia di Nordens Hus via Wikipedia
I tetti verdi hanno ricominciato a diffondersi, in particolare nelle case vacanza e in strutture turistiche, proprio per il loro valore aggiunto di sostenibilità e rispetto per l’ambiente, in alternativa ai materiali moderni. La più importante istituzione culturale delle Isole Faroe, la Nordic House, che ha lo scopo di sostenere e promuovere la cultura nordica e faroese, sia a livello locale che in tutta la regione, ha voluto ricoprire la sua sede con il tradizionale tappeto erboso. La moderna struttura in acciaio e vetro, che garantisce la stabilità dell’edificio anche contro i forti venti che soffiano sull’arcipelago, è inaspettatamente ricoperta da 2.000 metri quadrati di prato verde.
Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.
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