Salvini senza barba a Domodossola parla dei primi 100 giorni di governo: pace fiscale e sicurezza- Corriere.it

2022-09-10 04:46:13 By : Ms. Sara lee

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Il segretario della Lega inaugura la campagna elettorale con un comizio a Domodossola: «La destra vincerà le elezioni e la Lega sarà il primo partito. C’è stata la regia del Pd dietro il no di Draghi. Fatica inenarrabile stare al governo con Speranza e Lamorgese»

Dal nostro inviato a Domodossola Il Capitano è tornato. E questa volta senza barba: «Non la tagliavo da dieci anni, domani parleranno solo di questo». Bermuda blu, camiciotto di lino beige, scarpe di tela bianca. E poi gli immancabili selfie con i simpatizzanti. Matteo Salvini inaugura così la sua campagna elettorale. Lo fa alla festa della Lega di Domodossola, in questa propaggine estrema di Piemonte che da sempre guarda più alla Svizzera che all’Italia , dove quaranta anni fa nacque uno dei primi movimenti autonomisti poi confluito nel partito di Umberto Bossi: «Se siamo qui è grazie a lui».

Era accaduto anche nel settembre del 2019, dopo lo strappo del Papetee e la fine del governo gialloverde: Salvini inaugurò qui, alla «Prateria», il ritorno all’opposizione. «Sembri un ragazzino», scherza una militante, quando vede il leader sbarbato che stringe le mani agli addetti alla griglia, a quelli che stanno alla cassa e al bar. «È una scommessa che avevo fatto con il mio amico Silvio — chiarisce —, e ora ne faccio un’altra: tra due mesi andrà al governo uno senza barba e con i pantaloni corti».

È il primo comizio di Salvini dopo la caduta dell’esecutivo Draghi che lui stesso aveva contribuito a far nascere e al quale alla fine ha voluto staccare la spina . «Stare 18 mesi al governo con Lamorgese e Speranza è stata — dice — una fatica inenarrabile». Il bagno tra il popolo delle feste estive, come ai vecchi tempi, non era previsto fino all’altroieri, quando dallo staff di via Bellerio è arrivata la notizia: ci sarà Matteo.

L’attesa per il comizio è tanta, anche se questa volta arriva in una fase di arretramento nei consensi. «Vai Teo! Forza Capitano!», è il coro che lo accoglie sotto il tendone bianco della kermesse . «Siamo un partito del popolo, in mezzo al popolo e con il popolo sempre e comunque», assicura il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari.

Dal palco — su cui sale dopo aver cenato a base di alette di pollo, salamelle e costine con i parlamentari e i consiglieri regionali piemontesi — Salvini scalda gli animi in vista dei prossimi 60 giorni di campagna elettorale : «Il sondaggio vero per il 25 settembre è questo, e ci scommetto un caffè: vince il centrodestra con la Lega primo partito» . Una sfida lanciata prima di tutto alla alleata-rivale Giorgia Meloni.

Il Capitano vuole tornare quello di un tempo e si aggrappa, ricordando Bossi e dando appuntamento a Pontida, ai temi che da sempre stanno a cuore ai leghisti: il no alla cannabis libera («La droga è morte e la combatterò sempre»), il no alla «cittadinanza facile» («Va meritata»), il no all’utero in affitto («Vergogna»), il no all’immigrazione clandestina. «La prima proposta che la Lega porterà in Consiglio dei ministri sarà un nuovo decreto sicurezza con l’impegno — assicura — a zero clandestini in giro per il nostro Paese. Stop barconi e subito tornare a casa».

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Poi però Salvini traccia le linee dei primi cento giorni di un eventuale suo governo: promette «una grande, giusta e definitiva pace fiscale tra gli italiani e Equitalia» , rilancia i temi delle pensioni e della Flat Tax, avverte che il reddito di cittadinanza «va dato solo a chi non può lavorare», si dice a favore del «nucleare pulito e sicuro». Il leader della Lega dà anche la sua versione sulla caduta dell’esecutivo di unità nazionale: «Abbiamo detto a Draghi: rimani senza i 5 Stelle. Ha risposto no. E la regia è stata del Pd, specialista nel perdere le elezioni e andare lo stesso al governo».

In due giorni Salvini è tornato a vestire i panni di leader popolare e popolano . «Tra poco finisco — scherza dopo aver parlato per quasi un’ora e mezza — perché ho già perso due chili, io sudo... sì, io sudo, non sono mica come quelli del Pd che non sudano mai. Pensandoci, non ho mai visto Letta sudato...». La macchina della campagna elettorale si è messa in moto. Anche i meme sui social si sono moltiplicati nelle ultime ore. La voglia di acchiappare click (e voti) è tanta. E gli avversari hanno nomi e cognomi. Ora però Salvini dovrà anche recuperare il consenso di un tempo. Facendosi bastare due mesi.

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