Il primo sorriso, in paese, lo dà Vito Zilli piazzato davanti alla bottega di pasta fresca mostrando un vassoio colmo di strascinati , mentre suo fratello Angelo, producendosi in uno squillante e simpaticissimo sfottò in dialetto lo invita a sbrigarsi perché la loro bottega è piena di clienti. La primavera è appena sbocciata, e a Cisternino c’è tanta gente che viene stabilmente, temporaneamente o anche occasionalmente a prendersi una pausa dalla vita asfissiante delle città, dai ritmi incessanti della quotidianità in questo borgo all’estremità sud orientale delle Murge .
È risaputo che questo paese costituisca uno dei belvedere più spettacolari sulla verdeggiante Valle d’Itria , sul suo mare di ulivi che le cime grigie in pietra e i cilindri in calce bianca dei trulli punteggiano come barche a vela. Certo, il paesaggio contribuisce a fare di Cisternino il luogo per antonomasia della serendipity dove viene naturale essere felici con quello che la natura esterna e lo spirito interiore di ciascuno sanno dare e raggiungere. Ma in questa storia di chi viene qui a cercare una vita nel segno della pace centrano anche il carattere della gente del posto , la semplicità contadina , la fertilità della terra . E centra la nascita nel lontano 1979 dell’Ashram Bhole Baba , la cui Fondazione è riconosciuta come ente morale dallo Stato Italiano, e che grazie alle qualità umane della fotografa Lisetta Carmi , ha tracciato un cammino verso la spiritualità seguito da molte persone. L’ashram è ancora lì, ombreggiato dalla pineta, sempre aperto a chi voglia passare per una preghiera, un saluto, un pensiero di bene «in verità, semplicità e amore» come si legge sull’iscrizione ai piedi del tempio pittato di rosa al quale ci si accosta togliendosi le scarpe.
L’Ashram Bhole Baba per lo spirito, la Ciclovia dell’Acquedotto per il corpo
Proprio a fianco scorre la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese . Sopra quest’opera eccezionale di ingegneria e architettura idraulica che colma la sete di persone e terre tra Campania, Basilicata e Puglia, è stato ricavato un percorso sia fisico sia narrativo, dove si pratica sport e si conoscono le storie dei luoghi attraversati. Quello che passa per Cisternino è il tratto Locorotondo-Ceglie Messapica , come spiega il runner Donato Sbiroli che si fa accompagnare dai suoi due cani Camilla e Ugo, dicendo che gli animali gli hanno migliorato la vita. Poi fila via perché è domenica e deve andare a mangiare dal nonno: forse nel menù ci sono proprio gli strascinati di Vito e Angelo.
Paolo, Irina e Tony testimoni di serenità tra melograni, cavalli e quadri
Si sta bene, qui, come si percepisce dalla cura della campagna e dall’amore verso i trulli che ne sono il simbolo, oltre che il sogno di ogni coppia che da queste parti ancora e di frequente si sposa. Lo si intuisce varcando il cancello, per la verità sempre aperto, dei Giardini di Pomona che rappresentano il desiderio realizzato del lombardo Paolo Belloni . Il suo mestiere è sempre stato quello di fotoreporter, però la voce della natura a un certo punto non ha più potuto e voluto ignorarla, anche solo parzialmente. E allora ecco che ha creato una foresta alimentare in cui insegna a bambini e adulti il valore e potenza degli alberi da frutto . Lo si incontra proprio al centro del labirinto composto da 596 piante di Lavandino provenienti da Grasse , nella bassa Provenza. «Rappresenta il pellegrinaggio da compiere per arrivare alla pace, tanto è vero che al centro, nel suo cuore, vi è un albero di caco nato dai rami di quello che sopravvisse all’attacco atomico della città giapponese di Nagasaki . Ha un diametro di 21 metri per un percorso complessivo di circa 400 metri — racconta Paolo —, tutti noi abbiamo bisogno di credere nella pace in questo momento. E poi qui ci sono il frutteto misto con alberi di albicocche, susine, mele e pere, la collezione del melograno con esemplari da frutto e altri ornamentali, il bosco di cachi bastardi , ovvero 40 piante germinate dai semi ricevuti in dono dall’Università di Firenze e lasciate incrociarsi a loro piacimento». La libertà floreale permea gran parte di Pomona, dove coesistono ad esempio anche l’Amelanchier canadensis , la pianta di Neem nota in India per le numerose proprietà medicamentose, il gelso del Pakistan e il Chinotto di Savona . Paolo suggerisce di andare a cercare Irina Hale , l’artista anglo-russa che vive da 30 anni in Puglia e che come lui, crede molto nel valore pedagogico dell’arte immersa nella natura. Ma trovare il suo trullo tra le centinaia che ci sono sparse qui intorno è praticamente impossibile. Però ci si imbatte in Tony Dilauro mentre sta ripulendo la sella lungo il vasetto della Masseria Lama Pellegrini . «Ho viaggiato tanto per lavoro, ma qui ho capito che i bisogni veri sono pochi e per sentirsi liberi bisogna essere leggeri, liberarsi dai pesi inutili e dedicarsi ai desideri più puri — racconta mentre si lascia accompagnare nel bosco dove tiene liberi i suoi puledri —. Qui ti svegli, fai la strada solita e noti qualcosa di straordinario che magari è sempre stato lì, ma non lo avevi mai visto prima: sarà questione di luce o di attenzione, ma le sorprese sembrano infinite».
Il labirinto bianco intorno all’Orologio
Anche il centro storico tanto conosciuto, a uno sguardo più profondo, si rivela pregno di misticismo: forse anche per via delle installazioni, comprese le altalene in legno di giunco, che adornano le scalette e i balconi nei vicoli stretti di questo labirinto bianco, colorato da vasi e fiori. Laggiù in lontananza si è attratti dall’immensità dello sconfinato paesaggio rurale, ma prima bisogna districarsi in questo gomitolo latteo di cui si ritrova il filo nella Piazza dell’Orologio , piccola come una miniatura preziosa. Lì, usanza vuole che si entri in un altro luogo che ha contributo alla nomea di Cisternino quale paese della serendipità, quel Bar Fod ora diretto da Fabio Pinto , il terzo di quattro fratelli, che porta avanti l’attività di famiglia avviata dal bisnonno nel 1951. Risale a quegli anni il vecchio bancone schiacciato tra le nuove vetrine, mentre sono del periodo tra gli anni ’70 e gli ’80 le foto appese alle pareti che immortalano i musicisti jazz che tante volte lì si esibirono. Il tempo sembra essersi fermato. E anche l’orologio, per la verità, non si muove. L’ultima immagine di spiritualità viene dalla Chiesa Madre di San Nicola di origine quattrocentesca, al cui interno si resta incantati dall’espressione beata e pacifica della Madonna col Bambino e Offerenti conosciuta come la Madonna del Cardellino che tiene in mano per l’appunto il piccolo volatile.
VIVERE A CISTERNINO Si trova in provincia di Brindisi, ha una popolazione di undicimila abitanti. La Valle dei trulli è patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Abitare un trullo non rappresenta una scelta azzardata né sul piano economico né sotto l’aspetto della comodità. In tutta la Valle d’Itria e a Cisternino in particolare è possibile acquistarli a un prezzo medio di 80 mila euro per poco più di cento metri quadrati di superficie. Inoltre al giorno d’oggi esistono tecniche per renderlo sempre meno soggetto all’umidità e per riscaldarlo efficacemente in inverno. Queste case contadine sono erette con pietra calcarea scavata dal terreno o recuperata nelle cave limitrofe. Il tetto presenta una forma conica a mo’ di cupola e una copertura di tegole in pietra grigia incastonate a secco.
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